QUALI SONO I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE E COME SI MANIFESTANO?

I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati dall’ossessione costante e opprimente per il proprio peso corporeo comportando una alterazione delle normali abitudini alimentari.

Sono disturbi molto diffusi nella nostra società che hanno conseguenze sulla salute e sul benessere psico-fisico della persona affetta.

Possiamo distinguere tre principali disturbi del comportamento alimentare:

• Anoressia nervosa: la persona ha una paura intensa e incontrollata di aumentare di peso, che la porta a ridurre la quantità di cibo da ingerire, fino al digiuno e con conseguenti dimagrimento eccessivo e scompensi psicologici e organici. La persona può giungere alla perdita di peso attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva, oppure attraverso ricorrenti episodi di abbuffate e condotte di eliminazione. È presente una percezione distorta riguardo il peso e la forma del proprio corpo, che ha una influenza diretta sul livello di autostima. 
• Bulimia nervosa: la persona ricorre a episodi di abbuffate caratterizzati da una ingestione di cibo eccessiva e dal provare un impulso irrefrenabile e non gestibile a divorare il cibo. Sono presenti senso di colpa e procedure compensative successive all’abbuffata messe in atto per evitare l’aumento di peso: vomito indotto, utilizzo di diuretici e lassativi, eccessiva attività fisica, digiuno nei giorni successivi. È presente una alterazione del modo in cui viene vissuto il peso e la forma del proprio corpo, che ha una influenza diretta sul livello di autostima e sulla percezione di sé. 
• disturbo da binge-eating: la persona ricorre a episodi di abbuffate che non sono seguiti da condotte compensative e sono caratterizzati dal mangiare molto rapidamente grandi quantitativi di cibo fino a sentirsi sgradevolmente pieni. Successivamente agli episodi la persona si sente in colpa e depressa. È presente bassa autostima. 

QUALI SONO LE CAUSE E LE CONSEGUENZE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE?

Le cause dei disturbi del comportamento alimentare variano a seconda della persona, ma è stato identificato un modello multifattoriale caratterizzato da tre fattori di rischio principali che riguardano la comparsa e il perdurare della patologia:

• i fattori predisponenti: di tipo ambientale come presenza di problematiche nella famiglia e contesto poco funzionale, la presenza di familiari che hanno sofferto o soffrono di un disturbo del comportamento alimentare; di tipo genetico e di tipo psicologico come la vulnerabilità della persona che sviluppa il disturbo;
• i fattori precipitanti: eventi o situazioni che facilitano l’insorgenza del disturbo, sono di tipo paranormativo come una perdita, una separazione, un lutto, aggressioni, e di tipo normativo come un fallimento scolastico,  un cambiamento di scuola,  la fine di una relazione di amicizia o di amore;
• i fattori di mantenimento: sono di tipo psicologico, fisico e ambientale e impediscono il ritorno alla normalità e mantengono il circolo vizioso tipico del disturbo.

La persona soffre di senso di inadeguatezza e vulnerabilità rispetto al giudizio esterno, ha costruito un’idea di perfezione riguardo l’aspetto corporeo e le performance. L’esistenza della persona si riduce intorno a due tematiche centrali concernenti il corpo ed il cibo da cui è ossessionata. Questo porta la persona ad allontanarsi dal mondo familiare, sociale ed interpersonale per nascondere i propri comportamenti che non potrebbe spiegare, sui quali non si sentirebbe capita. 

TERAPIA DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE A MILANO

La terapia cambia a seconda del disturbo riportato che sia anoressia, bulimia o binge eating disorder.

È importante approfondire la storia familiare della persona e la formazione personale all’interno della famiglia di origine per comprendere le sensazioni e le emozioni riguardanti il vuoto, la solitudine e la sofferenza all’origine del problema. Il contratto terapeutico che si concorda in prima seduta, verterà sull’avere come obiettivo terapeutico capire perché la persona è infelice e prigioniera in quel modo, attraverso la comprensione di come è successo, per poter trovare insieme come affrontare e risolvere diversamente e in modo funzionale al benessere della persona. Si farà una ricerca insieme di cosa dovrà continuare a dire sì a se stessa e di cosa no.